"E Ora Parliamo di Kevin" è un romanzo del 2003 scritto da Lionel Shriver. È un'opera di finzione epistolare, narrata attraverso le lettere di Eva Khatchadourian al suo defunto marito, Franklin. Le lettere esplorano il suo rapporto travagliato con il figlio, Kevin, prima e dopo la sua perpetrazione di un massacro nella sua scuola superiore.
Il libro è noto per la sua esplorazione intensa e inquietante di temi complessi come:
La maternità: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/maternità - Il romanzo affronta in modo critico il ruolo e le aspettative della maternità, mettendo in discussione l'idea che l'amore materno sia innato e incondizionato. Eva lotta per connettersi con Kevin fin dalla nascita e si interroga costantemente sulle proprie capacità come madre.
La natura contro l'educazione: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/natura%20contro%20educazione - Il romanzo solleva la questione se il comportamento di Kevin sia il risultato della sua natura intrinseca (una predisposizione alla violenza) o se sia stato modellato da fattori ambientali, in particolare la relazione conflittuale con la madre.
La colpa e la responsabilità: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/colpa%20e%20responsabilità - Eva è tormentata dalla colpa e si interroga sulla sua responsabilità nel crimine commesso da Kevin. Si chiede se avrebbe potuto fare qualcosa di diverso per impedirlo.
L'alienazione e l'isolamento: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/alienazione%20e%20isolamento - Kevin è presentato come un personaggio alienato e isolato fin dalla tenera età. Questa alienazione contribuisce alla sua crescente rabbia e al suo eventuale atto di violenza.
La violenza giovanile: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/violenza%20giovanile - Il romanzo offre una prospettiva disturbante sulla violenza giovanile, esplorando le possibili motivazioni e le conseguenze devastanti di tali atti.
"E Ora Parliamo di Kevin" è un libro profondamente angosciante e provocatorio che costringe i lettori a confrontarsi con domande difficili sulla natura umana, la genitorialità e la società. Ha generato molte discussioni e interpretazioni diverse e rimane una lettura controversa e potente. Il libro è stato adattato in un film omonimo nel 2011, con Tilda Swinton nel ruolo di Eva Khatchadourian.
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